L’esordio alla regia di Giuseppe Battiston con una commedia sul ritorno alla natura. Un’improvvisa eredità spinge Fausto a proporre ad un amico di mollare tutto e trasferirsi nelle campagne del Friuli, praticando l’agricoltura e cercando l’indipendenza economica. Volenterosi ma inetti, i due provano inutilmente a imparare il mestiere di agricoltori: nonostante i loro disastri, non perderanno, però, l’entusiasmo e la voglia di fare.
Giuseppe Battiston entra negli occhi e nel cuore del pubblico italiano grazie al sodalizio con il regista Silvio Soldini, che lo sceglie per i suoi film “Un’anima divisa in due” (1993) e “Le Acrobate” (1997), per poi raggiungere il successo e il riconoscimento completo, sempre grazie a Soldini, con “Pane e Tulipani” (2000), film che gli regala un David Di Donatello e un Ciak d’Oro come miglior attore non protagonista. Tornerà a lavorare con Soldini nel 2004 in “Agata e la Tempesta”. Grazie ad una molteplicità di toni e ad una estrema facilità nell’adattarsi a generi diversi, passa dalla commedia al dramma contemporaneo con grande duttilità, con registi come Cristina Comencini, Massimo Venier e Roberto Benigni, fino a Paolo Genovese che lo vuole in “Perfetti Sconosciuti (2017), successo internazionale incredibile e stupefacente.
Dopo l’ importante ruolo di Mangiafuoco in “Pinocchio” (2021) di Robert Zemekis, come molti suoi colleghi arriva anche per lui il richiamo della macchina da presa e nel 2023 firma la sua prima regia per la commedia “Io Vivo Altrove”, ispirata a Gustave Flaubert.
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